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Le Valli Giudicarie: Viaggio tra Natura e Gusto

Valli delle giudicare
Valli delle giudicare

Le Valli Giudicarie, il cui nome deriva dal latino Judicium, furono chiamate così dato che, già nel 972 facevano parte della Judicaria Summo Laganensis, ossia una delle circoscrizioni di epoca longobarda che ricalcava un preesistente ordinamento militare Romano.

Le Valli Giudicarie sono situate nel Trentino occidentale, tra i laghi del Garda e di Ledro ed ai piedi del Parco naturale Adamello Brenta (Trentino).

Sono il luogo adatto dove immergersi in magnifici paesaggi , atmosfere magiche, gente cortese e soprattutto cibo ottimo.

Qualche settimana fa ho potuto toccare con mano queste qualità che fanno (a mio parere) di questa regione, un perfetto luogo dove rilassarsi e godere delle piccole e grandi creazioni di Madre Natura.

Tra meravigliosi castelli e bellissime aree naturali, troviamo un angolo di paradiso dove si possono organizzare una moltitudine di attività come: escursioni, gite in bike, trekking, arrampicata, ma anche semplici passeggiate tra i magnifici Borghi o nelle oasi naturali.

Quello che mi ha piacevolmente colpito di questo luogo è il fatto che il territorio viene preservato, sia dalla popolazione che dalle istituzioni locali. L’amore per la propria terra è palese e palpabile ad ogni angolo.
La cortesia e il rispetto per il turista sono davvero apprezzabili; ovunque tu vada, vieni trattato con un rispetto che spesso, in molte altre città (non tutte.. Sia chiaro), viene dimenticato.

La moltitudine di masi e agriturismi, dove la cucina casalinga regna sovrana, ti da anche la possibilità di gustare i meravigliosi prodotti locali.
Qui non troviamo piatti con presentazioni spettacolari, non ci sono finger food, non troviamo piatti grandissimi con al centro una piccola porzione di pasta addobbata a dovere.
In queste abitazioni tradizionali del Trentino, adibite a ristoranti ed attività rurali, possiamo gustare il classico tagliere pieno di formaggi ed affettati locali, magari accompagnati da marmellate casalinghe e crostini di pane con olio; troviamo la polenta con il formaggio fuso, che solo al sentirne il profumo ti si apre l’appetito (nonostante, magari, abbiamo già abbondantemente gustato un sostanzioso antipasto ed un primo), o troviamo il buonissimo strudel di mele.
Il prodotto genuino ti cattura, perché ha quel sapore che ti fa dire: “mi sento a casa”.
In questi tre giorni di vacanza mi sono sentita proprio così, a casa. L’atmosfera magica che si respira in questi luoghi ti porta a far riposare il cuore e la mente, ed in questo modo riesci anche apprezzare cose che, solitamente,  ci lasciamo sfuggire perché presi dalla frenetica vita di tutti i giorni.

Come ho lasciato trasparire dalle mie parole, il Trentino è anche cibo e prodotti locali.
Dopo questo mio lungo divagare, non posso non farvi conoscere due dei prodotti che mi hanno colpita maggiormente: La Ciuiga del Banale e la Spressa delle Giudicarie, due prelibatezze nate come produzioni povere, ma divenute, negli ultimi anni,  rinomati prodotti della tradizione locale.

 

La Ciuiga del Banale

Ciuiga del Banale
Ciuiga del Banale

Se tra l’1 e 3 novembre ci trovassimo a passeggiare tra le vie del bellissimo borgo di S. Lorenzo in Banale, potremmo imbatterci in una interessante sagra che promuove un gustosissimo salume locale tipico: La Ciuiga.

La Ciuiga fu  prodotta per la prima volta nel 1875 da un macellaio di S.Lorenzo in Banale.

Questo particolare salume nasce in un periodo di grande povertà.
In quegli anni, le carni più pregiate del maiale erano destinate alla vendita, mentre gli scarti venivano sfruttati per creare prodotti per il consumo personale.
Anticamente erano usati testa, cuore e polmoni del maiale che venivano uniti alle rape (la proporzione era di 20% di carne e 80% rape) e per dare colore veniva usato il sangue, quindi erano insaccati nel budello e poi affumicati .
Si racconta che dopo essere stata affumicata, la Ciuiga,  si restringesse così tanto da sembrare una pigna. Da qui il nome “Ciuiga” che nel dialetto locale significa, appunto , “pigna”.

Adesso la preparazione della Ciuiga parte dalle rape che vengono affettate, cotte e torchiate, eliminando, in questo modo, la maggior parte dell’acqua. Successivamente vengono aggiunte alla spalla la coppa e pancetta tritate.
A questo punto la Ciuiga viene insaccata e fatta affumicare per otto giorni su un fuoco alimentato da rami di Ginepro.
Alla fine di questo processo può essere consumata in due modi:
Fresca (già dopo pochi giorni) dopo averla bollita per una ventina di minuti.
Stagionata per una ventina di giorni in più. In questo caso assume le stesse caratteristiche del salame e può essere gustata a fette e accompagnata da patate o cicoria finemente tagliata.

A causa delle caratteristiche originali di questo prodotto, la Ciuiga rischiava di essere dimenticata, ma il recupero delle tradizioni locali di cui il Trentino è grande promotore, ha fatto si che questo ottimo prodotto fosse rivalutato ed esaltato tanto da venire catalogato da Slow Food come uno dei presidi del Trentino Alto Adige.

 

La spressa delle Giudicarie

spressa

La Spressa delle Giudicarie è un formaggio D.O.P  semimagro a pasta semidura.

Le sue origini risalgono al 1249, ma solo nei primi anni del 900 troviamo documentazioni scritte che la indicano come un formaggio tipico locale.

Il Nome Spressa deriva probabilmente dalla termine dialettale “Spress” ovvero “massa superflua”. Infatti anticamente, i caseari, ricavavano dal latte una maggior quantità di burro (con il quale potevano guadagnare di più) ed utilizzavano i residui producendo questo formaggio per uso personale.

Inizialmente, la zona di produzione di questo formaggio era ristretta a piccole aree della Val del Chiese e della Val Rendena, ma successivamente fu estesa a tutto il territorio delle Valli Giudicarie, senza comunque sconfinare al di fuori del Trentino.

Il periodo di produzione della Spressa delle Giudicarie va dal 10 settembre al 30 giugno ed fatta stagionare per 3 mesi in locali freschi ed aerati.
Rispetto alle metodiche di produzione originali, al giorno d’oggi vi sono state delle modifiche, ma in alcune strutture private non è difficile poter vedere la sua preparazione originale con l’utilizzo della legna per produrre calore e paioli di rame appesi a delle travi.
Le tecniche moderne di preparazione, fanno si che la Spressa abbia perso le sue connotazioni di formaggio estremamente magro, anche se la sua lavorazione viene fatta con il latte magro e quindi rimane comunque un formaggio non grasso.

Il latte usato è proveniente da due mungiture (quella del mattino e quella della sera) e viene utilizzato crudo, e questo conferisce alla Spressa un sapore dolce e intenso che diviene sempre più deciso man mano che questo stagiona.

Questo fantastico prodotto caseario è ottimo da gustare con la polenta e funghi, si può, inoltre, abbinare a miele di castagno, composte di pere o mostarda ai fichi.

 

Considerazioni finali

In conclusione posso dire che, un viaggio in Trentino è un ottimo modo per capire come dobbiamo trattare le nostre città, i nostri paesi e la nostra natura.
Bisogna imparare che se viene valorizzato il proprio territorio perchè solo in questo modo si guadagna sotto tanti punti di vista, dal venale guadagno di soldi con il turismo, al semplice e puro benessere personale che deriva dal vivere in un luogo pulito rispettando la terra che ti ha dato i natali o che ti ha semplicemente dato ospitalità. Oltretutto cura dell’ambiente significa anche genuinità dei prodotti eliminando così la maggior parte dei rischi di contaminazioni dannose per gli esseri umani

Biografia Redazione